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graffi del gatto sul divano

Graffi del gatto sul divano: come evitarli?

Il gatto è uno degli animali domestici più autonomi che ci siano. Ma una delle abitudini che infastidisce di più è il fatto di ritrovare i graffi del gatto sul divano, mobili e tende, o in generale in giro per casa.

Una delle attività tipiche della routine felina è infatti quella di farsi le unghie contro superfici dure e ruvide, per eliminare le estremità “morte” degli artigli e tenere in allenamento i muscoli delle zampe. Inoltre, sembra che dietro a questo gesto ci sia anche la volontà di marcare il terreno e far capire chi comanda a padroni e altri animali.

Un’azione apparentemente innocua e naturale, ma che diventa un fastidioso problema, se il gatto abita in una casa piena di oggetti e mobili: tappeti, porte, sedie, armadi e tanto altro ancora, che possono trasformarsi, ai suoi occhi, in ottime superfici per avere unghie sempre fresche e appuntite.

Fra questi, probabilmente il più a rischio è il divano, ma per evitare che il mobile venga rovinato dagli amici a quattro zampe, basta prendere alcuni semplici accorgimenti.

Una delle cose più sagge da fare è quella di procurarsi un tiragraffi. Si tratta di piccole strutture, più o meno grandi, rivestite di un tessuto fatto appositamente per attirare il gatto e il suo bisogno di limarsi gli artigli. È consigliabile posizionarlo dove solitamente l’animale è già stato a grattarsi e strofinarsi, così da attirarlo con maggiore facilità.

Oltre all’uso del tiragraffi, rivestire il divano con una copertura morbida può essere un gesto assai utile: l’animale troverà difficoltà a graffiare una superficie non rigida e ruvida e, magari al secondo tentativo, ci rinuncerà.

Infine, una delle soluzioni a questo piccolo ma impegnativo problema è quella di prevenirlo. Curare l’igiene del gatto, non dimenticandosi di tagliargli e limargli gli artigli, può rivelarsi davvero la cosa più utile da fare. Non solo si allevierà lo stress del micio, che è una delle cause del gesto tanto odiato, ma si renderanno le sue unghie sempre pulite e appuntite, tanto da non fargli sentire la necessità di strofinarle violentemente contro i mobili.

Il personale di Zoo Service, nei vari punti vendita, è sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e suggerimenti per l'acquisto dei prodotti adeguati alle singole esigenze di ogni animale.

19 Giugno 2018
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linguaggio gatto

Come capire il linguaggio dei gatti

Lunatici, sfuggenti e diffidenti, i gatti sono animali estremamente affascinanti da osservare e da comprendere.

Ma come fare a interpretare le mille sfumature del loro carattere e i significati del loro particolare linguaggio? Un’efficace comprensione nasce innanzitutto da un’acuta osservazione e da un ascolto attento.

Per cominciare, è bene concentrarsi sul miagolio. Spesso finalizzato a richiamare l’attenzione, il miagolio può essere usato dal gatto anche per chiedere del cibo o per esprimere gratitudine, come nel caso delle fusa, particolari versi simili a brontolii emessi dall’animale per manifestare contentezza. Il miagolio, quindi, si fa più aggressivo in situazioni di combattimento, e più energico e acuto durante il corteggiamento.

Oltre al miagolio, i gatti comunicano anche con i morsi, che possono essere teneri e giocosi, nell’ambito di un contesto ludico, oppure difensivi, nelle situazioni in cui l’animale percepisce minaccia di pericolo.

Importantissimo è anche lo sguardo del gatto. Grandi e comunicativi al massimo, gli occhi del felino sono lo specchio fedele del suo stato d’animo. Per esempio, le pupille dilatate sono segno evidente di paura, mentre se il gatto le rimpicciolisce significa che è particolarmente teso e ansioso; inoltre, se le pupille sono tonde il gatto è sereno, e lo è ancor di più se gli occhi appaiono socchiusi.

Passando alle orecchie, si possono notare diverse sfaccettature di movimento. Se il gatto tende a ruotarle vuole esprimere curiosità, mentre se le porta verso il basso e le piega all’indietro comunica ostilità.

Quando poi il micio si struscia sul corpo di una persona intende manifestare la propria amicizia e fiducia marcando il soggetto degno del suo rispetto tramite le ghiandole che si trovano sul suo muso e che rilasciano particolari ferormoni.

Infine, restano da osservare coda e zampe. Una coda bassa e rilassata indica tranquillità, alta e dritta esprime felicità; al contrario, se la coda è nascosta tra le zampe posteriori è indice di paura, se invece il gatto la agita significa che qualcosa lo turba.

Per quanto riguarda le zampe, se il gatto ne solleva una appoggiandola sulla persona vuol dire che sta chiedendo cibo oppure coccole, e se addirittura si mette a pancia in su con le zampe all’aria significa che si fida al massimo di chi gli sta intorno.

14 Giugno 2018
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stitichezza gatto

Come combattere la stitichezza nel gatto

Evento piuttosto frequente anche nel mondo felino, la coprostasi, ovvero la stitichezza, si manifesta nel gatto con la difficoltà dell’animale nell’andare di corpo.

Solitamente l’attività intestinale dei gatti è abbastanza regolare, e un micio defeca da una a due volte al giorno. In caso di stitichezza lieve si può intervenire sull’alimentazione del gatto, somministrandogli per un paio di giorni alimenti liquidi, oppure ad alto contenuto di fibre. Un altro accorgimento potrebbe essere quello di ammorbidire il cibo con dell’olio d’oliva o di vaselina, prestando però molta attenzione a non somministrare l’olio direttamente in bocca al gatto, perché potrebbe andargli di traverso provocando gravi problemi come la broncopolmonite ab ingestis.

Problemi di stitichezza seri possono insorgere per esempio a causa dell’ingestione da parte del gatto di grumi di peli proprio nel corso delle operazioni di pulizia quotidiane, oppure di altri oggetti come mucchietti di lana, fili o palline trovati in giro, che possono ostacolare la defecazione. Questi inconvenienti possono essere risolti somministrando al gatto prodotti specifici che lo aiutino a espellere il pelo ingerito.

Nei casi di stitichezza più gravi, l’eccessiva costipazione può addirittura causare un’occlusione intestinale. Quest’ultima, oltre che dall’ingestione di peli o altri corpi estranei, può derivare anche dalla presenza di parassiti o da feci troppo solide e disidratate.

La stitichezza, però, può anche essere sintomo di disfunzioni o patologie più o meno importanti, per esempio vecchie fratture del bacino responsabili del restringimento del canale osso da cui passa il retto, obesità, diabete mellito, ipertiroidismo, ernie, problemi al colon e addirittura tumori intestinali.

Il gatto che soffre di stitichezza spesso appare apatico, inappetente e nervoso a causa dei dolori addominali; inoltre, può manifestare più sete del normale ed essere soggetto a stimoli di vomito.

Si rivela quindi necessario l’intervento del veterinario, che sarà in grado di stabilire il da farsi. Nei casi più complicati si può arrivare addirittura all’intervento chirurgico.

30 Maggio 2018
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gatto gravidanza

Gravidanza nei gatti: cosa fare e come comportarsi

“Qui gatta ci cova”, recita un noto proverbio. Ma quali sono gli indizi che ci fanno capire che il nostro amato felino ha qualcosa di insolito e probabilmente si prepara a dare alla luce dei piccoli micetti?

Come si manifesta la gravidanza nei gatti, quanto tempo dura e come occorre gestirla?

Il periodo di gestazione di un gatto dura circa nove settimane, ma in alcune razze può protrarsi anche qualche giorno in più. In questo arco di tempo gli esperti distinguono diverse fasi, facendo coincidere l’inizio della gestazione con il momento in cui la gatta va in calore. In questa fase la gatta dà segni di insofferenza e agitazione, miagola frequentemente e manifesta con insistenza il desiderio di uscire fuori.

A concepimento compiuto tali comportamenti cessano e ha inizio la fase della gravidanza vera e propria, che dura circa due settimane ed è caratterizzata da inappetenza, senso di nausea e a volte anche vomito e temperatura corporea più bassa di circa due gradi rispetto a quella normale di 38,9 °C.

Raggiunto il primo mese di gestazione, la pancia della gatta appare molto pronunciata, e i cuccioli sono perfettamente individuabili attraverso un’ecografia. Intorno al cinquantesimo giorno anche le mammelle della gatta appariranno più piene, e la micia, stanca e affaticata, tenderà a dormire di più e a ridurre al minimo i movimenti. Verso il sessantesimo/settantesimo giorno, ovvero nella parte finale della gestazione, hanno inizio le perdite vaginali che conducono al parto.

Solitamente ci si riesce ad accorgere che una gatta è in dolce attesa solo quando la gravidanza ha già raggiunto uno stadio avanzato. Fare attenzione ad alcuni segnali rivelatori come l’inappetenza, l’irrequietezza, l’eccessivo miagolio e la tendenza a lavarsi più del normale le parti intime possono però aiutare a rendersene conto già nelle fasi iniziali.

È quindi bene portare subito la gatta dal veterinario, che saprà indicare il modo migliore per aiutare la micia durante tutto il periodo. La gravidanza nei gatti indica anche un maggiore bisogno di  cure e attenzioni. È quindi opportuno manifestarle il proprio affetto coccolandola, aiutandola nell’igiene quotidiana, e predisponendo una comoda cuccia dove la micia potrà sentirsi comoda e a proprio agio e che sarà anche il posto perfetto dove farla partorire. Inoltre, è importante far seguire alla gatta un’alimentazione adeguata al suo stato, che le fornisca un apporto calorico corretto per il sano sviluppo dei cuccioli.

20 Aprile 2018
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